sabato 30 dicembre 2017

DANTE E IL CIBO


Dopo queste fantastiche vacanze in cui ci siamo lasciati andare assaporando delizie di tutti i tipi, è necessario un intervento del Sommo Poeta che ci riporti sulla diritta via che durante il periodo natalizio da noi è stata smarrita.


Nella Divina Commedia parliamo di "gola": esso è uno dei 7 peccati capitali (o vizi) che per la Chiesa del Medioevo era abbastanza grave. I peccatori di gola sono puniti da Dante nel terzo cerchio dell'Inferno e nella sesta cornice del Purgatorio. Nel terzo cerchio la schiera di dannati è tormentata da una pioggia eterna,fredda, fastidiosa che a terra forma una disgustosa fanghiglia da cui si leva un odore insopportabile. I golosi sono sdraiati in questo fango e Cerbero osserva tutti stando sopra di loro. Ha gli occhi rossi, il muso sporco, il ventre gonfio e le zampe artigliate. I dannati in questo cerchio devono sopportare il contrasto dell'odore del fango con i profumi dei cibi di cui furono ghiotti quando erano in vita. Questo vizio si ha quando l'uomo, spinto da stimoli della soddisfazione dell'appetito, eccede la giusta misura nell'assumere cibo e bevande fino ad avere la mente annebbiata. Certamente ogni eccesso veniva condannato da Dante, e se ci avesse visti a tavola in questi giorni, ci avrebbe siI curamente guardati con disappunto. Nel Purgatorio la condizione delle anime è ancora più accentuata, vediamo che sono scarnificate, sembrano scheletri che camminano. Attorno a loro vi sono dei gustosi frutti appesi ad alberi alti, irraggiungibili da essi; vi è anche una fonte d'acqua cristallina, alla quale loro non possono avvicinarsi, altrimenti la loro pena raddoppierebbe. Quindi devono vivere nella rinuncia per poter raggiungere il Paradiso. 


Preferite essere sottoposti alla dannazione eterna oppure vivere una vita tranquilla e sana smaltendo (con grande forza d'animo) gli eccessi che avete accumulato durante le feste?

-Ane-Marie 


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